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Mostra: "Els Castells andalusins ​​de la Marina Alta"

Informazioni
data di inizio: 26 giugno 2015
data di completamento: 30 luglio 2015
Tipo di evento: Mostra
Lugar: Museo Soler Blasco
Evento terminato

Nel Blasco Museo Soler puoi visitare la mostra; "Els Castells andalusins ​​de la Marina Alta". Una mostra sui castelli della Marina Alta nata a seguito della donazione dei numerosi schizzi di castelli valenciani che Michael Stephenson ha donato al Museo di Xàbia.

Castell de Forna

3 Commenti
  1. Luis ha detto:

    Ciao Erika:
    Volevo ringraziarvi per la conferma che la mostra è soltanto a Valencia, come il titolo allude a questo. Credo che sia stata una svista da parte dell'organizzazione ci esclude tutti di lingua spagnola. Alcuni sembrano dimenticare che lo spagnolo è parlato da più di cinquecento milioni di persone in tutto il mondo, non importa chi piace. In modo che queste politiche non sottoscrivano l'esclusione in generale, della società civile, ma sono promossi solo da governanti ignoranti e miopi.

    • Reuss Erika Galindo ha detto:

      Grazie, Luis, per il tuo commento. Vengo a Jávea da più di 40 anni e si è sempre parlato in valenciano, ma oggigiorno è di moda tra i politici l '"immersione linguistica" e, in verità, mi sembra che, invece di un'immersione, sia una battuta d'arresto, poiché Come dici benissimo, lo spagnolo è parlato da cinquecento milioni di persone. E sono anche d'accordo con te, come ho detto prima, che non è altro che una questione politica, poiché le persone "normali" sono totalmente bilingue. Comunque, speriamo che questa tendenza passi presto ...

  2. Reuss Erika Galindo ha detto:

    L'altro giorno stavo visitando questa nuova mostra, che avrei trovato molto interessante se i manifesti esplicativi fossero stati scritti, oltre al valenciano, in spagnolo (o castigliano, come si dice qui, anche se il visitatore è di Cáceres). Mi sembra che ci siano molti spagnoli e stranieri che non hanno alcun obbligo di conoscere il valenciano… E penso che sia una mancanza di rispetto per il resto della Spagna; che la cultura è limitata solo a un settore «valenciano» e al resto lasciamoci colpire da un fulmine! A Jávea si parlava sempre in valenciano e nessuno si è preoccupato, anzi, era naturale, ma avevano abbastanza intelligenza per mettere tutti i testi bilingue. La verità è che per me, come madrileno, come probabilmente accadrà a chi viene da Jaén, Calatayud o da qualsiasi altra parte della Spagna (o dall'estero), questa forma di discriminazione mi disturba profondamente.


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