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Bunker o nidi di mitragliatrici: parte della storia di Xàbia incarnata in un'incisione

25 dicembre 2022 - 02: 39

Migliaia di segni, ora scomparsi, mostrano la storia vissuta a Xàbia. Ogni pietra, ogni forma o ogni struttura esistente ha una storia passata importante. Se torniamo al 18 luglio 1936, quasi un secolo fa, troviamo l'inizio della guerra civile spagnola. Una parte dell'esercito spagnolo insorse contro il governo legittimo della Repubblica, dando vita ad una guerra che durò tre anni.

In questo periodo migliaia furono le perdite causate, sia umane che materiali, a causa dei bombardamenti dell'aviazione, degli attacchi della marina alle zone costiere e della repressione esercitata contro repubblicani o nazionali nei territori sotto il controllo di una parte o l'altro.

Xàbia e la Marina Alta, per la sua posizione sulla costa, con un piccolo porto e l'installazione, nel 1937, di un aeroporto con due piste, lo mise a rischio di possibili attacchi dell'esercito di Franco e dei suoi alleati: l'aviazione dell'Italia fascista e la legione Condor della Germania nazista.

Pertanto, per difendere e controllare il tratto di costa tra Dénia e Xábia, è stata creata una linea difensiva sulla costa, in particolare tra Les Marines (Dénia) ed El Portitxol (Xàbia), con la costruzione di diversi nidi o bunker.

A Xàbia è stata costruita una grande batteria semisotterranea, a 90 metri sul livello del mare, nella zona di Portitxol, per proteggere la baia della città. Un edificio che si conserva ancora all'interno di uno degli appezzamenti privati ​​che avevano una polveriera sotterranea con una specie di pozzo di forma quadrata attraverso il quale salivano i proiettili.

Ma oltre a questa batteria furono costruiti altri elementi difensivi come i bunker. Un totale di quattro nidi che occupavano l'area dal beach Grava fino quasi alla fine di prima Montañar, confinante con l'inizio del Playa del Arenal.

Il primo era situato vicino al molo, all'estremità nord del beach Grava; gli altri sulla spiaggia di Benissero e lungo il Primer Montañar, mentre un altro si trova nelle vicinanze della zona di Baños de la Reina. Bunker che si sono conservati fino agli anni '90, e di cui si conserva ancora, o almeno si può vedere, la base di uno di essi.

E la storia di queste costruzioni è catturata, oltre ad alcune fotografie private che sono state recuperate, in un'incisione realizzata nel 1990 dall'artista di Xàbia, José Sivera. Un lavoro che ha fatto più di 30 anni fa con il pittore Segarra Llamas nei suoi inizi di apprendimento di questa tecnica e all'inizio della Prima Scuola di Pittura di Xàbia.

Sivera ha spiegato che questa incisione, ora riportata alla luce come dono natalizio ai colleghi della stampa locale, mostra un'immagine storica; "il nido di mitragliatrice mancante situato vicino al Parador Nacional, nel Primer Montañar, con il Capo San Antonio in fondo".

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